giovedì 31 gennaio 2008

L'allievo tornò alla realtà come dalle profondità dell'oceano, emerse da sensazioni sottili che permeavano tutto il suo corpo e rivide il bananio, la capanna, il tavolaccio su cui era solito pranzare e le sue gambe, ancora incrociate davanti a lui. Si alzò ancora immerso in pensieri confusi e si diresse verso il tavolo dove lo attendeva una ciotola di riso ormai freddo.

Si sedette su uno sgabello e rimase pochi secondi a contemplare la ciotola, infine formulò un pensiero: "Ogni chicco di riso è parte di questa ciotola ed allo stesso modo ogni anello è parte della catena. La parte ed il tutto si compenetrano vicendevolmente, necessitano l'una dell'esistenza dell'altro, in una unione indissolubile. L'insieme non può esistere, senza le sue parti."

Fu distratto da un brontolio famelico, proveniente dal suo stomaco.

mercoledì 30 gennaio 2008

Quest'oggi avrei voluto partire per San Pietroburgo. Ad ora di pranzo, avrei voluto godere del gelo penetrante dell'inverno russo, quello dei libri di Dostoevskij. Tra una forchettata di spaghetti e l'altra mi muovevo nella neve alta sulla prospettiva Nevski, con un vento a trenta gradi sotto zero, proprio come nella canzone di Battiato. Mi è mancato, Battiato. Così ora mi concedo per un poco la sua voce pulita.

Pochi minuti di immaginazione sono sufficienti per creare una realtà fisica, per rendere le cose reali? Dipende dai particolari, dipende da quale visione s'accamperà di gitto, voltandosi di scatto, se vi saranno particolari definiti (una donna che chiude per bene il cappotto al figlioletto? - un uomo barbuto che entra in una locanda?), o se vi sarà invece un nulla indefinito, ed un terrore ubriaco ad attenderci. A farci tornare nella dimensione reale.

Come si può "andare in un'aria di vetro"?

lunedì 28 gennaio 2008

Il maestro Wang Zhi Ping uscì dalla capanna e, vedendo l'allievo in meditazione sotto il bananio già da molte ore, si mosse verso di lui ed arrivato a qualche passo disse bisbigliando: "ogni uomo è la catena". Sul volto dell'allievo si dipinse l'ombra di un sorriso, ma fu solo un istante, prima di ridiscendere nelle profondità di se stesso.

domenica 27 gennaio 2008

Desnuda eres tan simple como una de tus manos,
lisa, terrestre, mínima, redonda, transparente,
tienes líneas de luna, caminos de manzana,
desnuda eres delgada como el trigo desnudo.

Desnuda eres azul como la noche en Cuba,
tienes enredaderas y esterellas en el pelo,
desnuda eres enorme y amarilla
como el verano en una iglesia de oro.

Desnuda eres pequeña como una de tus uñas,
curva, sutil, rosada hasta que nace el día
y te metes en el subterráneo del mundo

como en un largo túnel de trajes y trabajos;
tu claridad se apaga, se viste, se deshoja
y otra vez vuelve a ser una mano desnuda.

(Pablo Neruda)
L'allievo venne verso la capanna del maestro Wang Zhi Ping, oltrepassò la porticciola in legno e, vedendolo seduto ad osservare il fuoco nel braciere, disse: "la forza della catena sta nella salda unione degli anelli". Ma era giunto a questa conclusione dopo giorni e giorni di profondi ragionamenti e la Risposta non era ancora emersa dal suo essere nella sua purezza e naturale perfezione; il maestro rise e poi lo congedò.

L'allievo s'assise dunque sotto un albero di bananio: non aveva perso la speranza.
Due giorni incredibilmente intensi, in cui ogni cosa ha fatto il suo corso in modo così naturale, da definirsi "stare bene". Da domani si comincia nuovamente a faticare sui libri, ma per ora, per una notte ancora, mi sento di non poter chiedere altro alla vita.

venerdì 25 gennaio 2008

Il Maestro Wang Zhi Ping chiamò a se il suo allievo e domandò lui: "Dove si nasconde la forza della catena?" L'allievo, sconvolto, rimase a riflettere per giorni e giorni, cercando, frugando, bramando la Risposta.
Le montagne innevate svettano lontane, puntute, come dita di ghiaccio d'una mano che si fa strada dalle viscere della terra. Perfettamente fisiche, schizzano verso l'alto e compiono questo gesto con la stessa intensità con cui lo yoghino spinge le gambe verso il cielo nella posizione della candela. Un atto estremo di volontà, un tentativo di moto verso l'infinito, verso le stelle. Misteriose recettrici di energie cosmiche, ponte celeste tra l'umano ed il divino.

martedì 22 gennaio 2008

Nella foresta amazzonica, due stupendi pappagalli coloratissimi se ne stavano su un alto ramo d'un albero di caucciù. Rimasero così, immobili, per molte ore. Ad un certo punto, come un fulmine a ciel sereno, uno dei due si voltò verso l'altro, preso da un'idea e chiese: "ma tu, in fondo all'anima, cosa provi?"

L'altro pappagallo, colpito da quelle parole, rifletté a lungo, e per molte altre ore stette assorto in silenzio, poi finalmente disse: "io non provo niente, sono solo uno stupido pappagallo colorato."

L'altro lo osservò con occhi vacui e rimase indifferente.

domenica 20 gennaio 2008

Today I was wondering about all the friends I have all around the world, that will never be able to read my blog, because I use this wierd and ancient language. And this special message is just for them, just in the remote accident that they would come here and have a look! I miss you all.

sabato 19 gennaio 2008

Avrei, Maestro, tre osservazioni per la pratica di questa sera.

La prima, riguarda il fatto che la Pratica, insieme al fare l'amore, è una delle cose più belle che mi sia capitata.

La seconda, oggi è morto Bobby Fischer, forse il più grande campione di scacchi della storia.

La terza, cosa diavolo significa che esistono, per la antica tradizione veda, sette universi? Quell'unico universo, di cui conosco l'esistenza, mi sembra già complicato a sufficienza.

giovedì 17 gennaio 2008

Brutto vecchio bianco, faccia da diavolo, smettila di far parlare di te! Vorrei poter mettere una imparziale carica esplosiva alle fondamenta di San Pietro e far crollare ogni opera d'arte, ogni simbolo, ogni altare, ogni uomo inteso come servo del signore. E vorrei che fosse un evento cruento, non uno scomparire silenzioso. Perché di fronte ad una tolleranza tipicamente cristiana, essere atei significa essere intolleranti. Niente dialogo, niente dialogico contaminarsi d'opinioni con coloro i quali s'abbandonano al dogmatismo più stupido, con coloro i quali non vedono, in quella Pietra romana, una storia di violenza e soprusi e ingiustizie e roghi ed altre e altre ancora malignità. Ci sono errori che non possono essere perdonati.

Come uomini possiamo avere un'etica, ma come figli di questo dannato dio cristiano, possiamo solo balbettare dei valori stantii ed ipocriti. Senza abbandonare questo vecchiume, non saremo mai uomini nuovi, non saremo mai liberi.

Come diavolo fate a non capirlo? Ho il vomito.
Mi mancherai, ciuffola mia. In the meanwhile studio, inganno il tempo ed attendo il tuo ritorno.

lunedì 14 gennaio 2008

Ai piedi ho un paio di calzini diadora, penso un fake, che proprio oggi ho casualmente indossato. Sono tuoi. Proprio oggi, quest'oggi che, ormai domani, si trasforma nel giorno in cui ci rivedremo, in cui ti abbraccerò di nuovo. Pensavo non ci saremmo più rivisti, sei mesi fa, credevo che il nostro ultimo abbraccio fosse un addio. Ed invece eccoti di ritorno in queste terre, eccoti di nuovo a contemplare questi orizzonti. Ti auguro d'essere cambiato, amico mio. T'auguro d'esserti avvicinato a te stesso.

giovedì 10 gennaio 2008

Onda frangente (ascendente)

Con estrema fatica
come un budello ritorto
che rimescola in vorticosi gorgoglii,
risali lenta,
portandoti a monte,
placando la corrente.

Ben simile e noi
striscianti uomini lumaca
affronti l'esistenza.
D'echi di sofferenza
anche tu porti il marchio.
Flessioni. Trecento almeno per togliermi di dosso questa voglia di saltare qua e là, questa voglia di fare qualcosa di pratico, di attivo, di vivo. Rimango invece chiuso in questa caverna e mi sento come una pallina rimbalzina scagliata con troppa forza in uno spazio ristretto, come un proiettile che schizza impazzito in ogni direzione, senza controllo.

lunedì 7 gennaio 2008

Fuori il fiume, come la vita, scorre indifferente. Sulle golene la neve bagnata lascia spazio all'erba morta, scoprendo una punta di desolazione. Vorrei avere qui, insieme, le persone a cui voglio bene per davvero, solo per poterle abbracciare e mostrare l'una all'altra che nessuno di noi è malvagio, che siamo tutti esseri fragili e che non dovremmo mai ferirci a vicenda. Mai.

domenica 6 gennaio 2008

Non so davvero, mio piccolo blog, se ti voglio ancora bene, dopo il brutto tiro che mi hai giocato. Forse ti perdonerò. Le parole, anche se sincere, sono un'arma a doppio taglio.

giovedì 3 gennaio 2008

L'universo, esistendo, può forse non sottostare ad alcuna legge? Ma se non vi fosse legge alcuna, principio alcuno, e solo caos, per quale motivo dovrebbe, a tratti, generarsi l'ordine? Forse, se in un solo punto o fenomeno esiste un ordine, questo invade ogni cosa. O forse continuo a cercare una fiamma di speranza che non faccia sprofondare tutto nel caotico indistinto.

Poi mi ricordo quanto siamo infimi, nell'universo. E questo non lascia dubbio alcuno, almeno per quanto riguarda il nostro destino di uomini.

mercoledì 2 gennaio 2008

Impermanenza. Si, impermanenza, una grande verità, questo lo capisco. Tuttavia ecco il dilemma: è possibile accettare l'impermanenza in modo permanente? Non è questo un concetto che per sua stessa natura deve fuggire a se stesso? Deve non rendersi comprensibile, a tratti, per essere universale? Ancora di più, se il principio è mutazione, come può esso non mutare e mantenersi immutabile, sempre uguale a se stesso?

Merda.

martedì 1 gennaio 2008

Benvenuto, erano anni che attendevo. Prego, siediti un momento. Ti offrirei del tè sinomarocchino, con lo zucchero, i chiodi di garofano ed una punta di cannella, come faccio con gli amici...ma immagino si raffredderebbe dopo qualche ora soltanto e noi dobbiamo rimanere assieme per molto, molto più tempo.

Forse ci vorremo bene.
Benvenuto, anno dell'infinità fortuna di forme e significati.
T'aspettavo.