venerdì 25 gennaio 2008

Le montagne innevate svettano lontane, puntute, come dita di ghiaccio d'una mano che si fa strada dalle viscere della terra. Perfettamente fisiche, schizzano verso l'alto e compiono questo gesto con la stessa intensità con cui lo yoghino spinge le gambe verso il cielo nella posizione della candela. Un atto estremo di volontà, un tentativo di moto verso l'infinito, verso le stelle. Misteriose recettrici di energie cosmiche, ponte celeste tra l'umano ed il divino.

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