giovedì 29 maggio 2008

Certo che, ragazzi, potremmo comperare una espasione dei Coloni di Catan!

No, la vita è effimera.


Il tè alla menta è una poesia marocchina. Berlo un piacere.
"La Zona" è quella parte di noi stessi che poniamo all'interno di una linea, per poterla difendere dal diverso. Solo ieri sera ho compreso più in profondità il senso fisico e mentale dei confini. Tracciando un perimetro difendiamo ciò a cui teniamo, ciò che c'è di più caro. Separare è distinguere tra Io ed Altro e questa distinzione è ciò che permette all'uomo di capire il momento opportuno per agire, per rivendicare il proprio diritto all'esistenza. Perché, questo è il punto, che siano i confini fisici della propria persona, la giusta distanza emotiva a cui teniamo chi conosciamo, i muri di mattone della casa in cui viviamo, i confini di uno stato, lo strato esterno dell'atmosfera o la volontà di auto ghettizzarsi in un quartiere/fortezza per ricchi, in uno qualsiasi di questi casi lo scopo è lo stesso: la rivendicazione del diritto alla vita così come ci è nota. Ipocrita è colui il quale giudica questo comporamento, poichè alla radice, tutti gli uomini sono simili.

Un film troppo forte per il caldo di ieri.

mercoledì 28 maggio 2008

Dato un tempo t uguale ad un mercoledì pomeriggio, ed un mezzo s, scooter biposto, con un numero n uguale a cinque di impegni, quante volte è necessario salire e scendere dalla facoltà, considerando che tre di essi sono in città e due a Mesiano? Quanta energia serve per non trovarsi a fine giornata in brache di tela? Problemi da elementari...che interessano il mio percorso.

martedì 27 maggio 2008

Accenno sfuggevole di donna
un sogno è discreto
se cerca abbracci di coperte
a sciogliere il cuore.

Occhi bruno autunno
regalami un sorriso dai colori di bosco,
sciogli il timido ghiaccio
che ritarda il nostro incontro.

In ricordo di GP, la donna che, cadendo in parete durante l'arrampicata, morì nel mio cuore.
Cadere da sette metri di altezza è un bel salto, anche dopo un anno di indifferenza. La vita ha sempre qualcosa da insegnare, anche solo origliando i discorsi altrui. Non vorrei avere una pietra per cuore, nemmeno in cambio di una integrità e coerenza emozionale. Le persone intorno, forse, si aspettano invece tale rettitudine, una chiarezza sentimentale da cinema americano, da fumetti giapponesi. Il mio cuore invece trae nutrimento e fiorisce in diverse direzioni, in diversi modi ed in diversi tempi. Anisotropia.

Per questo sento il dovere di non fingere, soprattutto con me stesso, di fronte agli eventi della vita, di fronte alle esistenze a cui tengo. Per questo posso scrivere con passione, posso dire a me stesso che esistono statue di cristallo bellissime e fragili, che le persone a cui da sempre sono legato esistono ancora, ancora vagano per questo mondo: ed io non sono con loro.

A volte penso che sarà compito del mio Destino, darmi ragione degli eventi che mi accadono, di avvicinarmi un giorno a tutti gli esseri a cui tengo. Cosa proverei in quell'orgia emozionale? Vorrei almeno sognarlo.

lunedì 26 maggio 2008

A casa è arrivato un uomo carico di vino. Bottiglie. Stasera temo si berrà un poco. Ho insegnato a guidare il motorino al mio migliore amico: è stato divertente, anche se prende le curve larghe da mettermi un po' di tensione...ma in generale quando si sta dietro si ha sempre paura. Ho appeso alcune bandierine tibetane fuori dalla finestra ed il vento già bisbiglia messaggi colorati di speranza. La speranza è l'ultima a morire, senza ironia nè cinismo.

sabato 24 maggio 2008

Poesia per una donna cieca

Goffo, a tentoni
vagabonda il tuo sguardo:
nascosti all'ombra di iridi opache
nascono intrichi di edera
affiorano venature di cedro.
Ed in quel mare di perle
errano due pozzi tetri,
cieche pupille.

Osservo il tuo non-vedere,
il tuo dignitoso incespicare,
il tuo perimetrare l'universo nel cerchio
d'un bastone di giada bianca.
Fascino di una forma visibile
invisibile a se stessa.

Vorrei poter adagiare
come in un letto d'innamorati
le nostre realtà così distanti,
ed in quel contatto di corpi
sussurrarti "perfetta" all'orecchio.

mercoledì 21 maggio 2008

Sono a lezione. Di fronte a me scorrono pagine in power point, prive di interesse. Sto sprecando il mio tempo, eppure devo rimanere qui. La vita mi sfugge, non riesco a trattenerla. Non ho tempo per me stesso, per migliorarmi. E' solo un periodo, ma devo imparare a non perdere la giusta prospettiva delle cose. Ma in questi tempi è molto difficile...è solo un momento di sconforto, passerà.

martedì 20 maggio 2008

Ieri sera ho guardato il film "Blob, il fluido mortale". Ho apprezzato il tentativo da parte di un film del '58 di sembrare un horror moderno, alcune inquadrature particolari, le scene di gare in auto da "american graffiti". Solo che d'un tratto ho dato forma, guardando questo concentrato di falsità, ad una idea già da tempo presente su tutto un modo di fare film le cui propaggini tutt'ora imperversano nel cinema moderno...è lo stesso fastidio che sento guardando i film di Brian de Palma.

Questi film vivono nella finzione, nella freddezza, nell'assenza di sentimenti; vivono di dialoghi netti a botta e risposta, di persone stupide, che agiscono in modo superficiale, sempre con la battuta pronta, mai stanchi, annoiati, mai grassi, sempre fichi, sempre buoni o sempre cattivi, senza un minimo di umanità.

Ed il brutto è proprio qui, che al di là di un mostro gelatinoso o di una storia di mafia, i rapporti tra le persone, gli amori, le sofferenze, pretendono di essere reali, vere, di persone come noi. E dallo schermo quei personaggi ridicoli suggeriscono "siamo come voi e voi siete come noi" e così prosegue, imperterrita, la menzogna più bieca: quella che rappresenta il mondo come una banale accozzaglia di superficialità, di sentimenti sciapi, di esistenze più semplici di quelle di un canarino. Il mio cane vive in modo più profondo, rispetto a queste specie di esseri umani deformi che ci mostrano.

Così saremo pronti anche noi, al momento giusto, a dire la cosa giusta, ad avere i sentimenti corretti: ad avere pietà per un cagnolino ed a non piangere per la morte delle persone! Già lo facciamo, lo facciamo tutti i giorni dannati. A dire alla nostra donna "ehi pupa, ti proteggo io se ti fai scopare", a sparare alle persone a sangue freddo, a fare gare in auto in retromarcia. A non piangere e a non ridere.

E noi, pensando che quella sia la realtà più vera, perdiamo la nostra.

domenica 18 maggio 2008

Il magico suono del silenzio nasce e cresce in tutta la sua forza in seguito al suono. Le voci del mantra d'un tratto si interrompono, "Om Mani Padme Hum" scompare e lascia spazio alla vibrazione silenziosa ancora viva nell'orecchio. Alla fine il Maestro HH compie una gestualità profonda con i cimbali, le sue mani si muovono in modo elegante ed aggraziato; la sua voce a tratti sprofonda negli abissi della coscienza in vibrazioni armonizzanti. Il maestro OO invece rimane per tutto il tempo seduto, in una posizione esprimente una dignità schiacciante ed enorme, marziale, come esempio di solidità e grazia.

Ed io, esattamente io, ero solo una formica. E nello stesso luogo persone più e meno evolute mimavano gli stessi gesti, si contorcevano in asana simili alle mie. Alcuni prendono uno, altri cento, altri ancora mille. E' la parabola del buon seminatore. Anche se, in effetti, i semi non piacciono al Maestro HH. Ho avuto la fortuna di stringergli la mano e sono riuscito a farlo in modo sensato, nonostante Magister corresse come uno stambecco sotto la pioggia.

Una armonia intensa, interrotta solo da un pranzo privo di significato alcuno. Sebbene, in fin dei conti, ci sia sempre rifugio in un caffè un po' distante. In ottima compagnia.

Shukran, Magister.

sabato 17 maggio 2008

Con la pioggia i padroni diventano pigri e di conseguenza i cani rimangono in casa. Senza cani, finalmente i conigli escono dalle loro tane, lungo il fiume. Giocano sotto la pioggia, nascosti da una nebbiolina fina che si adagia sulle sponde, prima a destra e poi a sinistra, cullata dal vento. Mettere il naso fuori dalla mia tana, anche solo per qualche minuto, mi ha fatto bene.

C'è una dignità antica nel cibarsi di una ciotola di riso in bianco. In questa dannata casa non esistono bacchette, ma è chiaro come la forchetta sia uno strumento poco adatto allo scopo, in questo caso. Mangiare riso bollito è una forma di astensione dal sapore, dalla ricchezza dei gusti. Mi ricorda i pasti frugali di luoghi lontani, della Cina. Anche altro, ma non lo so descrivere.

Anche senza quei ciuffi con cui mi diverto a giocare, non sarò triste. Inventerò nuovi giochi per i tuoi capelli, per quelle orecchie a sventola.
Oggi gli occhi sono rivolti al di dentro. Ho intenzione di rimanere a casa tutto il giorno, non farmi disturbare da nulla, lasciarmi cullare dal riposto e dall'osservazione. Solo in questo modo potrò affrontare il domani nel giusto spirito.

Il diciannove luglio parto per il Mozambico, tra due mesi e qualche giorno sarò su un aereo per Beria. Ma la cosa più bella sono questi due mesi, questa intercapedine tra il presente ed il futuro, che in alcuni momenti si amplia fino a diventare sconfinata ed a volte sembra breve come il battito d'ali di una farfalla.

Nella vita vi sono infinite possibilità per un lasso finito di tempo. Se così non fosse, non esisterebbe la scelta.

venerdì 16 maggio 2008

Se me quiseres conhecer
Estuda com olhos de bem ver
Esse pedaço de pau preto
Que um desconhecido irmão maconde
De mãos inspiradas
Talhou e trabalhou
em terras distantes lá do norte.

Ah! Essa sou eu:
órbitas vazias no desespero de possuir a vida
boca rasgada em ferida de angustia,
mãos enorme, espalmadas,
erguendo-se em jeito de quem implora e ameaça,
corpo tatuado feridas visíveis e invisíveis
pelos duros chicotes da escravatura...
torturada e magnífica
altiva e mística,
africa da cabeça aos pés,
- Ah, essa sou eu!

Se quiseres compreender-me
Vem debruçar-te sobre a minha alma de africa,
Nos gemidos dos negros no cais
Nos batuques frenéticos do muchopes
Na rebeldia dos machanganas
Na estranha melodia se evolando
Duma canção nativa noite dentro

E nada mais me perguntes,
Se é que me queres conhecer...
Que não sou mais que um búzio de carne
Onde a revolta de africa congelou
Seu grito inchado de esperança.

- Noémia de Sousa -
Questo periodo è periodo di compleanni: settembre è un buon momento per fare l'amore.

martedì 13 maggio 2008

Due persone. Prendete un mazzo di carte. Una mescola il mazzo a casaccio, prende la prima carta e la osserva. La pensa e prova a trasferirla all'altro, solamente con il pensiero. Quante possibilità che il secondo azzecchi la carta (seme e numero)? Una carta su cinquantaquattro, circa il 2%.

Ieri ho provato con un amico. Su dodici carte, ne ho indovinate quattro secche, di altre quattro solo il numero e quattro le ho sbagliate completamente. Questo evento, statisticamente parlando, è quantomeno improbabile. Cosa ho sperimentato?

sabato 10 maggio 2008

Ora la tempesta è passata. Il cielo è terso, azzurro nitido, come accade solo quando la pioggia strappa all'aria tutto il pulviscolo, l'inquinamento ed il grigiume. Nuvolette innocue si attardano in alto e si concedono gli ultimi raggi di sole chiaro. Le rondini, con le loro code a doppia punta, giocano tra gli alberi a bassa quota, si rincorrono apprezzando appieno la tranquillità generatasi dopo lo scroscio fragoroso.
"E dire che avevano previsto burrasca!": le ultime parole famose di una giornata caldissima e dal cielo cristallino. Dopo una decina di minuti spuntano i primi nuvoloni, ma non sembrano capaci di portare la pioggia. Dopo quaranta minuti il cielo comincia a scurirsi, sale il vento ed i pollini appestano l'aria, fanno moccolare il mio naso in modo vistoso e tossire altri tra, i banchi dei mercatino dei Gaudenti. Il vento sale ancora, una folata fa cadere alcuni ombrelloni, ribalta i tavoli troppo leggeri. Altri dieci minuti? Pioggia, pioggia come a secchi d'acqua su di noi, sul cibo, sui libri vecchi, sui tavoli. Tutto era umido, ma alla fine siamo riusciti a salvare noi stessi ed il bottino isf. E' stato quasi divertente, sul finire. Avrò ricevuto quindici telefonate in due ore.

venerdì 9 maggio 2008

Breve momento di inspiro. Questi sono i venti minuti di riposo della giornata. Dall'altro ieri fino a sabato sapevo esattamente i miei impegni, sapevo già dove sarei stato ad ogni ora. Previsioni spazio temporali su me stesso, offerte anch'esse dalla marina militare italiana. Un cane basso e cicciotello si rotolava nella terra lungo l'adige, nel tentativo di ricordarsi la sua natura: troppo spesso si crede uomo.

Ho ancora sassolini di terra incastrati sotto ai piedi...sono tornato oggi sotto le cascatelle a centa san nicolò. L'acqua era fredda, ma piacevole. Il Maestro GB è stato allievo del Maestro HH e questo non mi stupisce, anzi ha un certo non so che di affascinante.

mercoledì 7 maggio 2008

Dire "una tautologia tautologica" è una tautologia, o forse semplicemente una gran cazzata!

"Barbettare", toccarsi insistentemente la barba. es. "Smettila di barbettarmi!"; "Barbettarsi", rilf., es. "Mi barbettai a lungo cercando la soluzione al dilemma".

Barbettarsi la barba è una tautologia.
Tra le mie mani ho percepito, in tempi remoti, una sfera di energia che rilasciata attirava a e costretta respingeva le mani. Ho sentito l'aria densa muoversi sempre più viscosa e pensante intorno alle mie mani. Ho sentito il calore emanato ad una mano e percepito l'energia dentro di me, il suo fluire in alcune parti del corpo. Se tengo il mudra di siddharta sento il fluire energetico tra le mie mani, i vortici di calore che ne nascono. Questa è la realtà reale. Il resto deve ancora venire.

martedì 6 maggio 2008

Sono le 7.13 e nel silenzio della portineria mi sento il re di Samba. Ho scalato ormai la piramide gerarchica: da studente centocinquanta ore, a portinaio. Con questo turno da sette ore e l'affitto di Agosto che non dovrò pagare, penso proprio mi autofinanzierò quella meravigliosa macchina fotografica digitale antishock e waterproof che punto da un po'. Era dietro l'angolo.

lunedì 5 maggio 2008

I vecchi sono una cosa brutta. Non i vecchi di età, ma i vecchi di spirito. Quando le due cose coincidono, nascono dei mostri. E' brutto vedere che questi mostri si nascondono tra quelli che dovrebbero essere i "propri cari". Inutile giraci intorno, ieri sono stato da mia nonna. Ho dovuto combattere contro una chiusura, una sclerosi mentale che può portare solamente ad una ulteriore vecchiaia. Ci sono persone che aspettano solo di morire. Aspettano di morire, odiano la sofferenza, ma rimangono avvinghiate alla vita. Si lamentano. Perdono ogni gioia, le smarriscono negli anni per non trovarne di nuove. Ho dovuto sentire commenti sulle mie scarpe bucate, ho dovuto non rispondere a frasi come "ai negri manca il cuore". Ho ascoltato paziente tutti i mali e tutte le solitudini del mondo ed anche lo sfottò di tutti i mali e di tutte le solitudini degli altri.

Questo deve, deve davvero, coscientemente, essere preso per ciò che è: abbrutimento del corpo e dello spirito. Bisogna lavorare giorno e notte per non finire in queste condizioni. Inutile negare la realtà, inutile addurre motivazioni, fingere che il nostro destino non sarà sicuramente quello.

Lo dico soprattutto a mio padre e mia madre, le persone a cui voglio bene che hanno meno tempo, lo dico agli anziani in generale. Salvate voi stessi, salvatevi da questa fine. Almeno la tristezza di altri non sarà stata invano.

sabato 3 maggio 2008

Ricordo la sera in cui, fuori dall'uscio ogni cinque minuti, aspettavo il tuo arrivo, amico mio. Una lunga mezz'ora di ritardo, nella speranza che tu arrivassi, nella speranza che tu non mi tradissi un'ultima volta. Una mezz'ora per capire che non saresti venuto, che ancora un volta, nonostante le mie parole, tu non avevi capito. E' stata una mezz'ora come le altre, eppure, sceso in cantina, in quel luogo ho abbracciato i miei amici ed ho ringraziato le loro esistenze per essere lì. Tu non eri tra quelle mura. Mi hai abbandonato e questa ferita non può rimarginarsi senza spiegazioni, nel silenzio. Non tutte le fratture si calcificano nel tempo.

Cosa abbiamo vissuto di valido? Cos'erano le serate a giocare a poker, il picchiarsi ubriachi alle Albere, le chiacchiere nella notte sugli animali deformi, il prendere il sole al lago, le passeggiate in montagna. Cos'era quella sincerità nuda che mi hai insegnato? Cos'era Villa Rosa, le mie confessioni, le tue paure e i tentativi di aprire l'inferriata di una finestra per rottura a fatica usando un bastone di legno? Come hai potuto non capire, pablito mio, cosa buttavi in quella mezz'ora?

Mi manchi oggi e mi mancherai in futuro. Anche quando saremo assieme in terre lontane, saremo estranei. Ed avremmo potuto non esserlo, avremmo potuto essere amici. Perché, se ti conosco, tu non muoverai mai un passo in questa direzione. Sin troppi anzi ne hai mossi lontano da me, mentre cercavo di avvicinarmi.

Perdona lo sfogo, dentro non voleva rimanere.
Sfiorare di labbra
ammalia il mio piacere.
Si gonfia e lontano risale
il Canto dell'Uomo.

Estasi d'amore primaverile
avvolta dalle tue dita.
S'accordano i liuti del mare:
esplode
un fragore schiumoso di onde
su vertigini di fiordi scandinavi.

E danzano i calabroni
su esili steli d'orchidea,
orgogliosi si scontrano
ossuti palchi di cervi,
si alza eccitato e frenetico
un volo di colibrì ubriachi.

Nel bagliore lunare notturno
riecheggia il grido del lupo.

venerdì 2 maggio 2008

Anima, dal greco anemos, Vento.