giovedì 28 febbraio 2008

Dormo dalle tre alle cinque di pomeriggio. Mi capita quando apro il libro di Ingegneria Fluviale, al capitolo uno, paragrafo 1.3.1. La dedica all'ingegnere del genio civile Palvis mi fa pensare a qualche sorta di malattia collegata alla calvizie. Palvis. Forse dormo poco, ma le giornate sono troppo intense per dormire più ore e rinunciare alla vita. Come montagna ho vacillato allo scontro tettonico con una placca a me vicina: ci sono rimasto male, ma nutro ancora alcune speranze. A notti alterne dimentico me stesso, dimentico i miei problemi e la mia forma, e mi sciolgo come neve al sole di fronte ai misteri perfetti della vita.

Forse ora fumerò una sigaretta.

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