mercoledì 26 marzo 2008

Mi sono abbeverato alla fonte generosa delle persone con cui sono entrato in contatto. Ho passato giorni pieni, spesi in vani tentativi di tagliare il famoso sapone d'Aleppo con una bava da pesca, spesi vagando per una Ljubljana deserta d'uomini, ma gremita di fiocchi di neve grandi e morbidi - in contrasto con la primavera dei salici in fiore lungo il fiume, vicino ai tre ponti. Ho mangiato almeno una potica intera, con quel suo ripieno di rum e noci dal sapore semplice ma insostituibile. E poi Mosca, che non crede nelle lacrime, con le sue panchine lunghissime ed una donna abbandonata in un angolo, ed ancora il vino dei poeti, il Faust, tra le risate e qualche fumata di narghila, come veri arabi.

Ecco cos'è la Slovenia, un crescendo di emozioni, di intimità, di risate grasse. Perché, amico mio, quella risata è forse il tratto del tuo essere che più ammiro: quella risata forte, che fa tremare la terra, che strappa una risposta dal fondo divertito di ogni anima. Jelen, il cervo sloveno. Grazie davvero.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bentornato! Mi sembra che hai fatto "provvista" di buona energia!
Mi rallegro......