martedì 23 settembre 2008

Disteso e tranquillo
semplicemente comprendo
l'amore smisurato 
che eternamente provo
per me stesso.

Il mio corpo perfetto,
questa stanza sporca
nel fruscio delle foglie di banano;
l'incidere parole di pietra
nella danza elegante d'una penna.

E piano cresce la nostalgia
e germoglia un' idea di morte
e attaccamento e dolore e passione
e pianto sconvolto.

Davvero un giorno
lascerò tutto questo?

1 commento:

Giacomo ha detto...

Le tue parole sono colme di saggezza amico mio, la tua poesia è una freccia di lucidità scagliata attraverso i mondi.
Come possiamo vivere la nostra vita senza la consapevolezza che un giorno dovremo lasciare tutto questo?
Il senso della vita giace poco distante da questa realtà.
Il riflettere e il prendere atto della fugacità della nostra esistenza ci porta a fare altre scelte, a vivere con un altro punto di vista meno egocentrico e a ricercare uno scopo nella nostra quotidianità che renda la nostra vita degna di essere vissuta.
Hai suonato con le tue parole una musica dolce e soave di verità che mi ha raggiunto qui, dall'altra parte dell'oceano.