martedì 23 settembre 2008

Nick Adams era seduto in treno verso casa: stranamente un treno lussoso. Aveva sete. Fuori i campi di granoturco intervallavano a singhiozzo le fabbriche dell'Interland milanese. Aveva sonno; bere il pomeriggio non è mai una buona idea, soprattutto se ti attendono le rotaie e l'attesa e tutto il tempo per sciogliere l'euforia d'una festa in un bicchiere di monotonia. Si addormentò per qualche minuto, fino a quando l'addetto alle bibite non urtò con il carrello delle bevande il suo ginocchio destro che nel sonno aveva preso troppo spazio sul corridoio centrale. Quell'invasione di campo era sgradita ed il carrello delle bevande aveva pensato da sé ad impartire una lezione alla sua gamba invadente. Di fronte un uomo di circa settant'anni compilava in modo meticoloso una piccola agendina con una penna stilografica ad inchiostro nero, la cui punta molto larga lasciava sulle pagine delle spesse striscie di china che ad ogni curva diventavano più sottili, per allargarsi di nuovo come nastri attorcigliati verso altre lettere, verso altre frasi. Evidenziava le note importanti con un pennarello rosso, perché, come aveva detto a Nick, tutto fosse in ordine e meticolosamente definito. Non sapeva che stava per morire e nemmeno Nick lo sapeva. Sentirono solamente uno stridere di ferraglia e come un suono di diecimila gessetti su altrettante lavagne che tutti assieme gridavano di un dolore rauco. Quell'urlo lancinante di rotaie ferite sulla curva secca del ponte sul Mincio, vicino a Peschiera, era tutto il vano sforzo del vagone di mantenersi in velocità sulla strada ferrata, di non lasciarsi sedurre e portare lontano dalla forza centrifuga che a tutti i costi cercava di tuffare il treno nel fiume sottostante. Poi solo silenzio e quella sensazione di rimescolio delle budella che in un primo, brevissimo e sciocco secondo Nick aveva ricondotto a quel Long Island di troppo, bevuto in compagnia a Milano poche ore prima. Prima del tonfo sordo l'uomo sulla settantina di fronte a lui richiuse l'agenda e le scritte eleganti di china nera e le note rosse scomparvero per sempre, come protette da quell'ultimo istintivo gesto di difesa. Con i suoi settant'anni, andava a Venezia a trovare una fidanzata fresca di qualche mese; una storia allegra. Ma non erano ancora intimi al punto da poter mostrare l'un l'altro i propri sentimenti e, quando morì, Nick questo ancora non lo sapeva.

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