giovedì 2 ottobre 2008

Approssimare per la prima volta nella vita i movimenti di una forma taoista, muoversi imitando l'eleganza dei maestri antichi e recenti lascia dentro la stessa sensazione che potrebbe provare un pianista novello improvvisamente invitato a suonare con i Bach, Rachmaninov, Beethoven di tutti i tempi. Questi movimenti non sono gli stessi, bensì l'evoluzione di altri provenienti da ere remote dell'umanità e celano, a chi li sa cogliere, aspetti profondissimi. Mentre che muove i suoi passi per la prima volta può solo balbettarli: tuttavia in questo balbettare si nasconde l'unica possibilità, un giorno, di fare della poesia in movimenti.

Nessun commento: