giovedì 30 ottobre 2008

Non tutti i pinguini si comportano come i loro simili. Uno di essi, mentre attraversa assieme agli altri le desolate lande antartiche in compagnia dei suoi simili si ferma, come disperso in un nulla bianco, rapito da non so quale intendimento o fulmineo atto di comprensione. Smette di sgambettare e dentro a quell'essere penetra tutto il vuoto esterno, tutto il ghiaccio cristallino di una subitanea realizzazione. E' solo, con le sue ali utili solo nell'acqua, indugia qualche altro istante. Infine si gira e punta diritto verso le montagne a cento chilometri di distanza, verso il cuore del polo, verso luoghi da dove nessuno dei suoi simili è mai tornato. Ed eccolo lì, lo vedo dentro di me, mentre cammina non più ridicolo ma sempre goffo verso l'ignoto e dentro nasce e si prende forma una domanda: perché? Dove te ne andrai pinguino solitario...

Ringrazio Werner Herzog per voler concedere agli esseri di questo mondo, soprattutto a noi uomini, il giusto spessore. Siamo così profondi ed unici, così perfetti nella nostra nudità ed invece ci ostiniamo a fingere. Solamente fingere. Sono così intensi i momenti in cui riesco a stabilire un legame vero con le persone, completi...but often we have to be at the end of the world to encounter our brothers.

2 commenti:

Giacomo ha detto...

Non è mai sufficiente il tempo che si passa con le persone che veramente si amano e si percepiscono come fratelli, ed in un attimo si è già lontani, persi in qualche angolo del mondo, ma le anime che si legano rimangono tali per sempre, gli spiriti dei guerrieri continueranno a trasmigrare e combattere a fianco a fianco.

Anonimo ha detto...

Sono certo che è così Giacomo.
In quei momenti si riesce a fermare il tempo e ad assaporare frammenti di vera Intensità del Vivere, riusciamo quindi, semplicemente, splendidamente, completamente, NATURALMENTE ad....ESSERE!!!