martedì 25 agosto 2009

Dialogando con le persone più disparate spesso vengo a contatto con un certo tipo di rassegnazione, di sfiducia nel futuro. La crisi è ovunque, palpabile, soprattutto una perdita di valori, di prospettive, come se al di là di qualche anno non vi fosse futuro, come se la nostra società fosse vecchia al punto che sia destinata a morire di qui a poco. Nelle persone non più giovani questi atteggiamenti forse ci sono sempre stati, ma sembra ora che siamo noi, siamo la mia generazione a non saper che cazzo fare della vita, come se fosse un peso, come se fosse difficile e non solo, impossibile anche, trovare una via per essere felici, liberi, soddisfatti anche da un punto di vista etico, come se l'intolleranza, la xenofobia, l'egoismo siano destinati a prevalere; quasi che gli stupidi debbano inevitabilmente prendere il sopravvento. Non serve andare oltre, quest'aria la respiriamo tutti o quasi.

A questo contrappongo il mio ottimismo, la mia speranza, la possibilità che intravedo tra le maglie del tempo. Il buono, il giusto, l'etica, la scienza, la felicità e la libertà non sono destinati a scomparire. Intorno a me, se solo spengo i "rettangoli per il lavaggio del cervello", le persone che crescono non sono stupide, non sono nani, ma giganti. Sono persone che un giorno o l'altro sposteranno le montagne se riusciranno a comprendere la loro forza ed a smettere di lagnarsi (alcuni già hanno smesso). A noi ce lo dicono, ce lo fanno credere che va tutto male e che siamo impotenti, e forse va tutto male, ma non saremmo impotenti per sempre, poiché prima o poi accadrà qualcosa e bisogna solamente stare attenti e rimanere puri al di dentro, per poter cogliere quei segnali una volta che saranno evidenti. Esiste la possibilità di un cambiamento. Quanto mi sono rotto delle persone che si piangono addosso!

Ma non è ancora tempo per questo, forse però inizia ad essere tempo per affermare che un cambiamento è possibile, lo è, e quindi, ognuno con le proprie capacità, può iniziare almeno a vivere nell'ottica di essere persone migliori, di vivere nel meglio di sé stessi, per poi agire quando sarà possibile. Bisogna ripartire dalle persone. Ognuno da sé.

Il tempo mi darà ragione?

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