martedì 22 dicembre 2009

La neve è giunta. Oggi i cachi fuori dalla finestra sono dei babbi natale all'incontrario, ognuno di essi sembra nella distanza una faccina arrossata con in testa un cappellino a cono bianco, mentre i corvi ed i passeri ancora banchettano tra i rami, golosi come i giorni diversi da questo, che s'è vestito di bianco.

E' possibile, mi è già capitato, fare un po' di pulizia in testa e sostituire al magma caotico dei pensieri uno stato di osservazione capace di raccogliere dei dettagli del reale che solitamente sfuggono. Sfuggono al punto che per quasi tutti non esistono e basta, e non mi rompere i coglioni con 'ste cazzate! Invece ieri, mentre passeggiavo sotto le lacrime bianche, ho sentito per la prima volta la voce della neve. Ma non sono i "suoni della natura", poiché anche i luoghi e gli oggetti hanno una voce, anche il cielo, il sole e gli astri bisbigliano continuamente il loro umore. Al confronto le persone te lo vomitano addosso, da quanta irruenza mettono nel comunicare il proprio stato interiore. Una voce flebile che si perde nella confusione e nella distrazione.

Il cucciolo di lessie dei vicini, nel giardino, sotto il caco, cerca sconvolto un luogo dove fare pipì. E' la prima volta che vede la neve e non sa proprio come gestire le sue impellenze urinarie in quella coltre bianchissima e farinosa.

1 commento:

Manuela ha detto...

Blog scovato per caso e trovato interessante. Di tanto in tanto verrò a farti una visitina. Le foto sono splendide, peccato siano troppo piccole! Ciao