Addio, addio duemilaesette. Sei stato un anno così ricco, così pregno di sofferenza, di indecisione. Come l'oceano restituisce il naufrago alla terra, così tu mi hai voluto affogare e poi salvarmi, solo al prezzo di stravolgere la mia stessa vita. Non temo la strada che ho scelto e guardo al futuro con ritrovata serenità, ma non è certo affar tuo, il modo in cui accoglierò tuo figlio. Ti ho odiato, a momenti. Altre volte ho abbracciato le tue ginocchia salde, chiedendo pietà per me e per i miei cari, ma alcuni di loro non sono stati risparmiati. Non ti perdonerò, per questo.
Ed ora guardati, ansimante, mentre muori e osserva me, che ti sopravvivo e vedrò crescere i tuoi figli. No davvero, non andrò a piangere lagrime (quale ironia, in questa parola!) sulla tua tomba, sebbene invecchiando ti sia dimostrato gentile e più affettuoso.
Lento il sipario già si chiude e, tra gli applausi di alcuni ed i fischi di altri, tra gli inchini ed i sorrisi, questa tragicommedia che hai messo in scena è pur finita.
lunedì 31 dicembre 2007
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