lunedì 18 febbraio 2008

Sogni particolari si insinuano nella mia notte, mi lasciano dimentico al mattino, ma con emozioni contrastanti sul fondo del mio essere. D'un tratto ricordo alcuni fotogrammi di una vita non vissuta, di parole non dette, di sentimenti vissuti solo in altri contesti. Eppure un sogno insegna così tanto su se stessi, su movimenti profondi che non avremo altro modo di sondare. Hanno un fascino antico, atmosfere simili ad ancestrali riti magici.

Cosa accadrebbe, inoltre, se un software fosse programmato per programmare un software differente da se stesso? O forse, potrebbe il dialogo tra due software, il confronto, permettere loro di generarne uno nuovo? E' possibile che una macchina prenda coscienza di se stessa? Credo proprio che le due domande siano indissolubilmente connesse.

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