giovedì 3 aprile 2008

Sale, di tanto in tanto, la sensazione che la fisica abbia per ora descritto e spiegato una minima parte dell'esistente. Non vorrei che facessimo l'errore di pensare di essere vicini alla scoperta di tutte le leggi universali, quando magari invece ci troviamo nel paleolitico della scienza. In questi momenti mi sento come un Galileo, scopritore della cinematica, estasiato dal suo piano inclinato e dalle relazioni lineari tra velocità ed accelerazione, che non riesce a comprendere fenomeni incredibili come l'elettromagnetismo o la relatività ristretta, sebbene esistessero anche nella sua realtà.

Cosa avrebbe pensato Galileo se, interrotto, avesse potuto osservare da vicino l'orgogliosa ed immane esplosione di una supernova? Forse, tra centomila anni, gli uomini sorrideranno al pensiero delle nostre conoscenze primitive...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ipotizzare che le cose non stiano proprio così, come "ce le hanno raccontate" sarebbe saggio. Da scienziati sviluppare una sincera percezione olistica del micro quanto del macro universo, recuperando e magari arrichendo una "visione del mondo" ante Galileo. Supporre di "possedere (già) la coppa quasi piena" impedisce di gustare "il vino nuovo" dell' mmensamente bello e grande che attende l'uomo nel suo straordinario cammino verso la Conoscenza. Una scienza che deve ri-scoprire altri strumenti di percezione e di analisi della Manifestazione. Su questo splendido pianeta vi sono già eloquenti vestigia che testimoniano un passato ancora da decrittare che mina alle fondamenta la stessa mera ipotesi delle nostre origini, la stessa "età evolutiva" della nostra specie....
Condivido il tuo sentire.
Forse oggi la scienza ma ancor più l'umanità stessa dovrebbe avere il coraggio di fermarsi un poco e di interrogarsi sul "come" approcciarsi innanzi alla grande Avventura della Ricerca della Conoscenza. Potremmo chiamarla "Retta Intenzione?"