domenica 3 agosto 2008

Oggi ho attraversato lo Zambesi a bordo di una chiatta, scroccato un passaggio sul cassone di un camioncino per trecento chilometri. E non era autostop, perchè l'auto in questione era ferma assieme a me sulla chiatta. Qui a Quelimane sto scroccando vitto, alloggio e connessione ai frati cappuccini della cervara - sede distaccata qui in mozambico. Tutto ciò ha del folle. C'è un padre di 92 anni che mi ha detto: morire qui o morire in Italia, il massimo che fanno è buttarti un po' di terra sopra. Guidava fino a tre mesi fa. Trema come una foglia. Sta nella stanza accanto alla mia.

Cinque giorni fa - by the way - ho visto gli elefanti, dieci elefanti africani con cuccioli e compagnia bella di babbuini ed impala. Cose che non si scordano.

Se le mie possibilità di connessione fossero maggiori, vi intratterrei a lungo e volentieri, ma qui le incognite sono troppe! Atè logo!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma Giulietto, apri un blog e non mi dici nulla? L'ho dovuto scoprire dai soliti pettegoli :)

Dai, buon viaggio, non prenderti malattie troppo strane e ci beccheremo se e quando saremo entrambi a TN. E scrivi più spesso, mi fa sempre piacere leggerti :)

GiulioDelleStelle ha detto...

eh dalvetto mio che te specchi nell'onde del greco mar, che vuoi che ti dica :P io l'ho detto un po' a tutti, ma noi ci sentiamo raramente!

Un abbraccio con l'appendino,
Giulio