lunedì 27 aprile 2009

Uzi

Eccitato sfrontato e grezzo
rupestre istinto di donna
guerra all`aria, assalto incessante
logora scuote e percuote,
s`accende nel vuoto notturno.
E` un cerchio sinistro di braci
gonfie di alcol di mais
carboni ardenti nel mezzo
ustioni di vita e stridore.
Ruote ronde di stoffa sospese
attese
sincrone perfette e precise.
E` una danza ossessiva di piedi
che batton stravolti e convulsi
le ruvide palme spaccano il suolo,
risiedono e suonano
sconvolte e travolte.
Vibrazione ritmo e bacino
brucia grida e penetra
un sordo fracasso nel cranio.
Senza mai tregua.
E quelle braccia che rullano
perse, morte sbattono intorno
e ritornan nell`indigena orchestra.
I tamburi strappati alle mani
deformi strumenti di ruggine
oblunghi imbuti di stagno
e una latta dal ventre sabbioso
percossa;
riscossa di racole gracide
nacchere legno su legno
ballo che freme
pervade invade la terra.
Senza mai pausa.

Ecco.
Il frastuono spacca la notte
il terrore cade sconfitto, capitola
il buio ferito sfinito si crepa
la paura pallida inciampa fuggendo.
Ballo che trema
cade e trabocca
rintocca ubriaco
riprende e rimuore.
Senza mai sosta.
Poi si esaurisce la danza
ridono grasse le buie regine
scherniscon la morte
serie e rugose
vecchie
felici e sguaiate.

1 commento:

Gianmarco ha detto...

Un che di futurismo...