martedì 29 settembre 2009

La natura del miracolo è nascosta ai nostri occhi dai nostri occhi. L'esistente è un eterno miracolo che abbiamo imparato a disconoscere. Ci siamo abituati ai miracoli al punto da non essere capaci di riconoscerli come tali, quando essi si manifestano. Il percorso è il tentativo di aprire gli occhi una seconda volta e vedere l'esistente nella giusta ottica e quindi è la possibilità di attuare il miracolo interiore, quello cioè di affinare la propria percezione al punto da poter vedere davvero.

Non è che sia una cosa tanto astratta, questa, fumosa e priva di senso pratico. Ma forse così potrebbe apparire, dato che ad occhi chiusi tutto appare strano, perfino la possibilità di aprire gli occhi. Io non so di quale prova abbia bisogno l'uomo moderno per iniziare a farsi il culo, probabilmente Platone non gli basta, forse non gli basta nemmeno Laozi, prova diffidenza per un Cristo un po' datato (ma quello era figlio di Dio! ... diranno a 'mo di scusa), Seneca in latino non lo legge e su e su, fino ai giorni nostri, senza trovare qualcuno che gli faccia alzare le chiappe e che gli sembri degno di fiducia. Però però...con un fiammifero si innescano grandi incendi, anche incendi d'amore.

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