venerdì 25 settembre 2009

Riscopro in questi giorni la gioia del passeggio. Cammino per le strade che da venticinque anni mi ospitano, che in silenzio mi guardano crescere. Qual'è l'effetto dato dall'ascoltare musica camminando? E' un piccolo aiuto a scollegarsi dal mondo della materia, le note giuste riportano verso vibrazioni più alte e mi ritrovo leggero. In questo stato osservo quei tentativi unici e buffi di nome uomini. I volti sono le mie scoperte. C'è quello corrucciato, quella timida, quella con la bocca storta verso il basso in una smorfia, quella che cammina spavalda dall'alto dei suoi tacchi e della sua bellezza, c'è il sempliciotto con la sua camminata goffa, il fumatore con l'aria da umo vissuto ed il suo scettro del potere tra le dita...a volte il fumatore ti guarda, perché con la sua sigaretta ha toccato il fondo e quindi può reggere il tuo sguardo. C'è il metallaro, la gelataia che ti sorride e mentre ti porge il cono scopre un enorme tatuaggio che le sale su lungo il braccio pieno di serpenti e teschi, i bambini che giocano in piazza Lodron, ignari di tutto, semplicemente persi tra i loro dondoli a molla e quello scivolo tubolare. Ci sono i genitori che si preoccupano e che si fanno domande sui rispettivi marmocchi, Ma come è cresciuto il tuo!, Ma guarda che bella bimba che sei!, e poi gli adolescenti, inconfondibili e meravigliosi per il loro acerbo approccio alla vita, nel loro pensare o supporre di aver capito, di afferrare la prima moda e la prima personalità che capitano e farne un culto, farne uno stile ed un motivo di vita. Gli adolescenti si baciano, con il loro skate in mano, bevono e fumano, ridono ad alta voce, se ne sbattono, se ne fregano, scherzano là dove per la società non è conveniente. Non sanno ancora che saranno loro stessi a pepetrare le regole che infrangono e che solo per questo gli è concesso, perché sono adolescenti. Passa il matto, la netturbina, il pittore che quando ero piccolo era andato a Scommettiamo Che a fare l'imitazione dei versi degli animali e fischietta, fischietta ancora così come fa da anni. C'è una vecchia in sedia a rotelle con lo sguardo gelido e stretto, perso nel vuoto, smarrito in luoghi che non riconosce, quelli dei sentimenti che ha perso lungo la via e così si guarda attorno, senza domandarsi più nulla, con un sottile strisciante odio verso la vita che non tornerà più, o forse è solo una mia impressione.

E mi sale una gioia inspiegabile in questo, ricolma di esseri umani che vanno e che vengono, dentro e fuori dai loro mondi così differenti dal mio, in cui mi permetto di sbirciare per una frazione di secondo. Tutta qui, la mia felicità mentre passeggio.

1 commento:

Giacomo ha detto...

Ti mando un abbraccio carissimo!