giovedì 10 dicembre 2009

Bach si confonde con il roboante rantolare del motore della lavatrice. Chiudo la porta del bagno. Ho fatto ordine sulla mia scrivania. Ora sulla superficie liscia del tavolo rimangono, in ordine da destra a sinistra, una lampada rossa, una tazzina ocra da tè giapponese con fiori bianchi contenente un caffè macchiato quasi freddo, il portatile da cui Bach getta note nell'aria, il mouse, un bicchiere contenente due penne a stilo ed una a sfera. Fuori dalla finestra rimane il campanile del duomo, il tronco nudo e scheletrico dell'acero, nascosto dall'abete il caco, spoglio solamente fino a dove l'uomo è riuscito a salire per coglierne i frutti e da lì in poi più orgoglioso e reale di tutti gli alberi di natale, con le sue palle arancio ovunque sospese. All'orizzonte, dietro le cimase, la Paganella innevata ed il cielo. Ed il gelo del cuore si sfà e in petto scroscian canzoni, le trombe d'oro della solarità.

4 commenti:

Ramon Gutierrez ha detto...

Che bel quadretto! Mi ricorda molto quella tecnica base di introduzione alla meditazione che consiste nel guardare con attenzione quello che ti sta attorno. C'è chi sostiene che si possono passare ore così senza annoiarsi, però se ti dico chi lo sostiene ti arrabbi :) Un abbraccione Giulietto!

GiulioDelleStelle ha detto...

Eheh niccolino, ormai devi vuotre il sacco...a meno che...non sia il terzo dei grandi maestri del mio papiro!

Gian ha detto...

che poesia... in effetti potrebbe essere l'inizio di una meditazione, del guardare oltre la definizione, la tradizione,...

GiulioDelleStelle ha detto...

Ciao Gian, mi fa piacere vederti qui di tanto in tanto! Mi rallegro che questo scrittino vi sia piaciuto! A presto, G.