Cosa si prova, dopo essere caduti in un buco nero? Un luogo dove nemmeno la luce non trova vie di fuga, dove anche gli universi sottili sono chiamati: per scomparire. Dove la morte non è il peggiore dei mali, dove regna un silenzio che vorrebbe gridare strappando da sé il proprio io, dove i visi si trasformano in smorfie ed il dolore stringe il cuore in una corona di spine uncinate. Dove i bimbi mostrano visi immobili, ceruli e smorti e le altalene non dondolano al vento; dove la gioia non esiste, perché non esistono occhi, orecchi, nasi e bocche ma solo enormi massi di pietra lavica.
L'assenza può essere più reale di ogni presenza.
Andata e ritorno dall'inferno.
Stò già meglio.
sabato 14 giugno 2008
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