giovedì 12 giugno 2008

A volte provo vergogna per la mia situazione di squilibrio. Tanto più cerco di aprire il mio orizzonte, quanto più a volte cado facilmente nell'ansia, nella paura, nel vizioso vortice dei sentimenti negativi. Più mi sollevo, più è dolorosa la caduta. Ma non combatto contro pulci, questi nemici striscianti sono forse i più pericolosi, i più temibili. Già ora sono sufficienti trenta minuti legati al respiro, per farmi intuire dove si collocano fisicamente in me i problemi ed a avviarmi alla guarigione. Ma è una lotta molto serrata, sul campo di battaglia.

Bentornato. Sei stato via per un po'?
Grazie. Ho fatto un giro. Rieccomi in me stesso, comunque.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Già, il fatto che tu possa "OSSERVARLI" ti indica che non sei completamente identificato in essi.
Rammenti la storia zen del campo e del bue?
MANAS TRAYATI!
Quando hai un Insegnamento ed una guida, di che ti preoccupi?
Ma ciò che davvero ti devi chiedere ogni giorno è COSA VOGLIO IO?
LO VOGLIO DAVVERO? o mi sto raccontando delle palle....
E poi ricercare la coerenza nell'azione.
Poichè la piccola mente è molto furba e sa giocare molti tranelli...
Tuttavia sai bene che il Viaggio è possibile, ma non devi temere il Lavoro, però....
E poi, assieme a te, vi sono in cammino tanti Ricercatori, non sei solo...
Coraggio dunque, e rammentati una cosa: qualcuno prima di te ha calcato il tuo stesso sentiero e con le tue stesse difficoltà!
Nessuna vergogna ma il coraggio di guardarsi dentro fino in fondo.
OM SATI NAMASKAR