martedì 30 settembre 2008

Così il monaco Vetta-che-Ride scese a valle per incontrare suo fratello spirituale, Spirito-che-Gioca. Dopo averlo abbracciato ed aver ascoltato i suoi discorsi il monaco disse: "In verità, fratello mio, tu in futuro potresti essere il mio amico più caro ed allo stesso modo potresti diventare il mio miglior nemico." In seguito con un gesto elegante srotolò il mala dal braccio sinistro, abbassò il capo e lo mise al collo, poi giunse le mani e si chinò in segno di rispetto.
Tornando verso la montagna si interrogò a lungo come fosse possibile che un uomo di spirito corresse il rischio di mettere il Cuore a servizio dell'Ego e non al servizio del Bene. Giunto alla sua grotta si sedette in meditazione e lì pregò a lungo con fervore e compassione affinché gli Dei concedessero al fratello, in un futuro, il nome di Spirito-che-Gioca-sulle-Vette.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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