giovedì 4 settembre 2008

Ringrazio Magister per avermi insegnato a scrivere questa parola con la lettera maiuscola davanti, per aver posto un limite netto e definito tra essere ed Essere.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Julius:
l'Universo, che comprende il visibile e l'invisibile, la cui Natura Essenziale è composta di purezza, azione e riposo, ed è formata dagli elementi e dagli organi di azione, esiste solo per l'esperienza e l'emancipazione dell'Essere.
Così ci rammenta il M° Patanjali. La vera Compiutezza e la Pace la potrai trovare solo nella tua Essenza, nella tua natura di Essere, al di là da ogni identificazione col percepibile e con il visibile.
I "problemi vitali di ognuno di noi" e quindi dell'umanità tutta possono trovare soluzione solo quando la "rivoluzione" si attua all'interno, generando una nuova Visione della Vita, del rapporto con se stessi e con gli altri; quando cambia il Rapporto con lo stesso mondo della Natura e delle Forme.
"E' solo per lo scopo dell'Essere che l'Universo esiste".
Coltiva nel tuo cuore questo Desiderio, rammenta sempre che il Sentiero non appartiene a Manas (la mente concettuale), stai in guardia, sii desto, guardati dai "buoni propositi e dalle buone intenzioni" rammenta il "Quì ed ora"....anela a diventare un "Uomo di Pratica"
Ti abbraccio.

Giacomo ha detto...

io voglio Essere, ci provo.

per MIlarepa:
non capisco la frase del "guardati dai buoni propositi e dalle buone intenzioni", cosa intendi?

grazie delle risposte,
un slauto a tutti,
Giacomo

Anonimo ha detto...

Innanzitutto ciao Giacomo, forse avremo modo di conoscerci, un giorno.
Il cammino dell'umanità ha sempre calcato una strada lastricata dalle buone intenzioni e dai buoni propositi. Da duemila anni la religione cristina predica l'amore e ci stiamo ancora "scannando", i "rivoli" delle varie religioni hanno fose mai dimostrato nei fatti una vera VOLONTA' DI UNIONE NELL'UNICO PADRE? Credo che ognuno di noi si sia reso conto che qualcosa non funzia...non credi?
Ora, a maggiore ragione, nella Ricerca Interiore l'allievo si muove, come uso spesso dire, in "parete". La "Vetta" è la meta, è "Quello" che il ricercatore si propone: la conoscenza di sè, l'incontro con la sua Essenza: l'Essere. Ma la "mente" non basta, essa è semplicemente uno strumento limitato fornito al nostro "veicolo fisico" per il tempo di un'incarnazione. Servono altri Strumenti capaci di interagire con la Parte Interna, idonei a "scalare
la parete", essi appartengono alla Tradizione Sapienziale che da sempre accompagna coloro che hanno avuto il coraggio, in ogni epoca, di interrogarsi davvero e di VOLERE conoscere il loro Sè. Ecco dunque che un allievo in cammino non può più "raccontarsi delle palle" una volta che ha ricevuto in dono gli "Strumenti della Pratica", essi debbono essere utilizzati e le "scuse, i buoni propositi, le buone intenzioni" che manas genererà per "non fare" divengono i pericolosi ostacoli per un ricercatore, dai quali deve quotidianamente affrancarsi....
a Trento esiste una Scuola, se vuoi parla con Jiulius...

Giacomo ha detto...

Ciao Milarepa,
visiterò senz'altro la Scuola anche se temo non prima di gennaio (sto partendo per un viaggio-lavoro vendemmiale all'estero).

Il dubbio mio su cui mi sto scervellando da un po' di tempo è se un profano di meditazione quale sono io riesca con la buona volontà, con l'onestà e l'umiltà a cui posso ambire, interrogarmi profondamente, imparare da me stesso oltre che dal mondo.

Temo che per quanto mi sforzi, volendo ed interrogandomi profondamente, secondo i miei limiti da profano, di raggiungere una "vetta", la fallacità appunto della mia mente umana sia e sarà sempre un mezzo corrotto e che mi porterà a considerare verità delle falsità solo per giustificare la mia esistenza.

Ho timore che la ricerca stessa di un "Essere" a cui anelo sia una battaglia persa in partenza, H. Hesse mi accompagna nel dubbio di questo agire, fare una vita da Siddharta in ricerca per poi scoprire che la ricerca stessa non ha senso, e che il senso risiede nell'osservare il "fiume" scorrere e nell'amore per il mondo, mi toglie talvolta le forze per interrogarmi profondamente e ricercare un Essere ipotetico stampato su di una "vetta".
Che il metodo migliore non sia la scalata ma l'attenta e paziente osservazione dello scorrere di un fiume?

Non so se mi sono spiegato, sono un po' contorto...
e probabilmente attribuisco ed intendo significati diversi alle tue stesse parole, ma forse un giorno ne potremo parlare con calma.

Grazie comunque di una tua risposta.

Un saluto di nuovo a tutti.

Anonimo ha detto...

Caro Giacomo:
ho visitato la "terra dove vivono i tuoi pensieri" sapendo anche che sei un caro amico di Giulio.
Traspare una notevole sensibilità in quello che scrivi ed un sentire che merita attenzione. E' stato un bel "viaggio" per me attraversare dunque anche la tua "terra".
Vedi, non è possibile diventare "maestri di sè stessi" da soli poichè per quanto la tua intenzione sia retta e l'attenzione acuta, senza una Guida (che a sua volta ha ottenuto il Dono di un Insegnamento di Qualcuno che lo ha preceduto e così via, a ritroso nei tempi) manas (la mente concettuale) nonchè
i vari attributi che rispondono alla Legge dell'incarnazione sul piano materiale, conducono a continui stati di identificazione e di attaccamento. Questo significa che è praticamente impossibile sviluppare la Consapevolezza, ovvero la coscienza di sè e del mondo finchè non ci si affranca da questi processi.
Ma ciò è possibile.
Il FIUME PUO' essere risalito.
Ti dirò di più: questo è il Viaggio che attende ognuno di noi, da sempre.
Esiste un Cammino non solo per non allontanarsi dalla Verità, ma per "ritornare finalmente a Casa"...
E' vero, Giacomo, le parole sono dei simboli, esse possono decrittarsi in relazione al vissuto di ognuno, al percorso esperienziale consapevole raccolto attraverso le varie esistenze...
ma esiste un "comune denominatore", un "interprete" che consente la reciproca comprensione a chi ricerca con cuore sincero...
ascoltami:non lasciare mai spazio alla "paura" dentro di te, essa appartine a Maja ed è soltanto Illusione! Continua a cercare la Verità....

Giacomo ha detto...

Grazie delle tue risposte, leggo sempre sia Giulio che te con molto piacere.

Ora che mi ci fai pensare anche i padri del deserto avevano il loro maestro da giovani, una figura che insegna l'arte di vivere, che edifica.

Mi chiedevo anche se il compito di un maestro sia come il "guidare un cieco", o non sia invece un "piantare un seme in una terra potenzialmente fertile".

Anonimo ha detto...

Come ben dici, soltanto la terra buona "sa accogliere il seme".
Quel "sa" sta per "si percepisce potenzialmente in grado di accogliere...un Insegnamento".
Ciò implica consapevolezza del proprio stato di desiderio, di richiesta, di bisogno di cambiamento o di comprensione...."
Tale stato di "fertilità potenziale" consegue ad un lungo percorso di sperimentazione durante le varie incarnazioni realizzando la Prima e Seconda Nobile Verità insegnata dal Buddha: l'esistenza del dolore e l'origine del dolore.

Giacomo ha detto...

Sembra molto difficile seguire la via per il nobile ottuplice sentiero, come l'ascentismo duecentesco dei padri del deserto, come le grandi verità trasmesseci dai grandi profeti.

Capisco ora l'immagine che hai usato di scalare una montagna, rende bene la fatica di abbandonare trsna, concetto che condivido pienamente ora che l'ho letto.

Posso dire di vedere una somiglianza di fondo di messaggi tra il Buddismo ed il Cristianesimo o mi sbaglio?

Anonimo ha detto...

Il cristianesimo, come il buddismo, come l'induismo vedico, come altre religioni meno note oppure note e strumentalmente travisate nella loro Essenza riflettono la luce della Sorgente che le ha alimentate : la potremmo definire Scienza Sacra.
Tuttavia oggi Qualcosa è cambiato.
La nuova Era ha già socchiuso i suoi Portali ed ha reso possibile, per questioni che non è possibile enunciare in questa sede, calcare un nuovo Sentiero che risponde allo stato evolutivo dell'attuale umanità.
Un Vento Nuovo sta lambendo il Pianeta... ed è proprio ciò che è stato che, oggi, consente una nuova Possibilità.
Ma è necessario sperimentare per Comprendere, poichè Comprensione implica Cambiamento.
Ed il "Vecchio" non può spiegare (o contenere) il "Nuovo", ti rammenta nulla quest'ultima frase? ......

Giacomo ha detto...

Mi pare di averla già sentita solo che non riesco a capire dove...non so se alle lezioni di filosofia, in qualche poesia, o a catechesi...