venerdì 10 ottobre 2008

Mentre mi ammalo, amico mio, bevo una tazza di latte e miele sloveno, vecchio di due anni. Vecchio come il nostro incontro di quasi un anno fa, cervo sloveno. Chissà su quali monti brucherai ora all'approssimarsi dell'inverno, quale vita avrai scelto per i tuoi palchi enormi, orgoglio del bosco. Mi manca quel tuo sorriso furbo, quello con cui cavi le maschere ai comportamenti umani, quello con cui sfogli gli uomini come albi di fumetto, anche con noncuranza. Mai dovrebbe nascere troppa distanza tra due amici, al punto che, come ora, non conosco le tue strade, non saprei raggiungerti nei tuoi pensieri e tu nei miei.

Avrei voglia, in una sera d'inverno, di posarmi come un falco su un ramo d'osso e discorrere assieme e ridere e scherzare come un fuoco sotto il freddo cielo.

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