Inno al Desiderio
una ad una sollevo le tue vesti
e di lusinghe cingo il tuo nudo corpo.
Nella luce delle candele del tempio
vivo il mio inchino al mistero d'unione
che tutto stravolge e sublima.
Ha inizio l'aurora dell'ultimo eros
e spande un piacere nel dialogo
tra gemiti che riecheggiano nel buio.
Ricerco il ritorno alla madre di terra
l'accesso segreto ai femminei reami
la cui porta tu sola custodisci.
E nel pieno richiamo di vita che accoglie
la mia carne si gonfia ed anela
ai tuoi celesti sogni di primavera.
Incrocio le gambe nel sacro sigillo
eretto è il mio membro: trasmuto,
io non più io ma chiave del cielo.
Stretta ti stringo mentre m'avvolgi
quando il mio r incontra il tuo s,
nel non luogo ove terra e cielo s'uniscono.
Umori diversi e liberi nel contatto
insieme solamente s'accordano i corpi
le nostre forme di uomo e di donna.
Salgono, s'afferrano si prendono
si legano svengono e gridano stravolti
esplodono e sfioro così il mistico frutto
dell'orgasmo di spirito e sangue
dell'orgasmo di voci e respiri
dell'orgasmo di menti dimentiche,
disperse senza parole né immagini.
1 commento:
Una poesia che sembra vivere nell'Eros della Pratica...estesa...
Davvero coinvolgente! :)
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